Beni di lusso e patrimoni mobiliari e immobiliari (anche all’estero): non sono le voci del Redditometro ma quelle del nuovo ISEE 2013. L’indicatore della situazione economica equivalente cambia infatti volto per impedire ai “finti poveri” di usufruire di prestazioni di welfare non spettanti.
In vista dell’approvazione ufficiale del nuovo ISEE corrente, atteso per il 24 gennaio, analizziamo le anticipazioni sul cosiddetto “Riccometro”:
I servizi agli iscritti pur non rappresentando la parte essenziale del mandato affidato ad ENPAP possono ricoprire un ruolo importante nel sostegno ai colleghi che in questo momento soffrono le conseguenze della profonda crisi economica che attanaglia il paese. Con redditi che già si posizionavano mediamente nella fascia bassa la nostra categoria professionale risente del diminuito potere di spesa degli italiani.
L’Agenzia delle Entrate ha riconosciuto ampia libertà ai contribuenti per quanto concerne le modalità di numerazione, interpretando in modo ampio la nozione di “identificazione univoca”. In sintesi dal 1° gennaio 2013 i contribuenti possono proseguire con la tradizionale modalità di emissione a numerazione progressiva con azzeramento al termine dell’anno solare (Es. fattura numero 1 del 2 gennaio 2013) .
Dal documento "Variazioni al Bilancio di previsione 2012" approvato a novembre 2012 dal CIG, si ricavano i seguenti dati indicativi della ottima salute dell'Ente. Il patrimonio di ENPAP a fine 2012 ammonterà presumibilmente a 46 milioni di euro, questa cifra è quanto rimane nelle casse dell'Ente dopo avere rivalutato i montanti e detratto le spese di gestione.
Nel corso del 2012 Enpap incasserà (ricordiamo che quanto dovuto viene versato dagli iscritti nell'anno successivo a quello di competenza) 14,4 milioni di euro per il contributo integrativo (2%) oltre a 21,4 milioni che arriveranno dai proventi del patrimonio amministrato.
In cambio ENPAP ha rivalutato* il patrimonio degli iscritti per 6,7 milioni oltre ad avere erogato prestazioni assistenziali per 18,4 milioni.
Nell’intervista di Giancarlo Marenco all’educatore finanziario Cajelli, una mappa in vista delle elezioni dell’Ente
Il torinese Antonio Cajelli è un esperto di formazione e informazione in tema di educazione finanziaria, attività che svolge insegnando in alcune scuole, enti (fra cui lo stesso Enpap) e imprese, ma che lo vede anche impegnato come consulente finanziario indipendente, al servizio di famiglie e aziende.
Bancario da 1999 al 2010 - alle dipendenze di due diversi istituti di credito dei quali gestiva la clientela - ha poi maturato la convinzione che il mondo finanziario si reggesse su profonde incoerenze e pericolose distorsioni, decidendo così di lasciare il proprio impiego per seguire l’attuale strada professionale.
Abbiamo voluto intervistarlo, in tempi di rinnovo degli organi dell’ente previdenziale, per farci accompagnare da un esperto nell’esplorazione di un ambito che non a tutti i colleghi risulta facilmente comprensibile.
Befera ha spiegato che il nuovo Redditometro sarà utilizzato “con la massima cautela e soltanto per le differenze eclatanti tra spese e reddito: il problema ce l’avrà chi è evasore, perché con i quattrini che evade danneggia la nostra economia, ma se uno non è evasore e spende quello che guadagna o ha risparmi non ha nulla da temere”.
A differenza del vecchio, il nuovo Redditometro “non si basa su presunzioni originate dall’applicazione di coefficienti, ma su dati certi (spese sostenute) e situazioni di fatto (spese medie di tipo corrente, risultanti dall’analisi annuale dell’Istat). Il nuovo Redditometro, a differenza del vecchio, considera inoltre la composizione e l’area geografica di appartenenza della famiglia, secondo la classificazione Istat”. Dopo aver selezionato i contribuenti con il ReddiTest coloro che non saranno stati in grado di fornire le informazioni necessarie al Fisco per spiegare la differenza tra le spese sostenute e i redditi dichiarati, potranno subire un accertamento a partire dall’anno 2009 in poi.
di Melina Martello L’indennità per malattia o infortunio
L’obbligatorietà dell’iscrizione all’ENPAP entro 90 gg. dall’emissione della prima fattura, per prestazioni a carattere libero-professionale, viene a volte considerata come un “boccone amaro” di cui purtroppo non si può fare a meno, salvo incorrere in sanzioni e penalità.
Come spesso accade, tutto ciò che ha carattere di obbligatorietà ci risulta indigesto e viene vissuto come una orribile vessazione, facendoci perdere di vista però i vantaggi che ne derivano sia a lungo che a breve-medio termine.