Newsletter Costruire Previdenza-ER N.20
Gentile Collega
Una gestione oculata e buone performance degli investimenti hanno permesso all’ENPAP di raddoppiare l’importo del Fondo Assistenza per erogare alcune ulteriori forme di assistenza in aggiunta a quelle già in essere.
Ti segnaliamo in particolare:
Bando indennità di malattia e infortuni per eventi che hanno avuto inizio nel secondo semestre 2011
Il Bando prevede un indennizzo giornaliero pari a 35 euro lordi per un massimo di 60 giorni agli iscritti all´Ente che a causa di malattia (in questa ipotesi è necessario essere iscritti da almeno 12 mesi precedenti l´inizio della malattia) o a causa di infortunio non abbiano potuto esercitare la professione in modo assoluto per più di 7 giorni continuativi.
Coloro che intendono richiedere l´indennità dovranno compilare l’apposita domanda on line presente nell´area riservata, entro il quinto giorno successivo al termine dell´evento per il quale viene formulata la richiesta presentando poi entro il 30° giorno successivo al termine dell’evento il certificato rilasciato dal medico curante e il modello ISEE del nucleo familiare (fa fede il timbro postale).
Nel caso la malattia o l’infortunio si sia verificato nel periodo dal 1 gennaio al 30 giugno 2011 è necessario fare riferimento al vecchio Bando malattia e infortuni che prevedeva l’erogazione dell’indennità di 800 euro mensili lordi a coloro che non avevano potuto esercitare la professione per almeno 3 mesi nell’arco di 12 mesi.
Riferimento sito ENPAP http://www.enpap.it/?page_id=512
Assegni di studio a figli di iscritti deceduti o inabili – Anno scolastico/accademico 2010/2011
I figli di iscritti all´Ente meritevoli e il cui genitore sia deceduto o divenuto inabile allo svolgimento dell´attività lavorativa possono concorrere all’assegnazione di :
n. 8 assegni di studio di euro 2.500,00 ciascuno, per studenti che frequentano con regolarità gli istituti di scuola media superiore;
n. 8 assegni di studio di euro 5.000,00 ciascuno, per studenti che frequentano con regolarità le università statali o riconosciute ovvero scuole di specializzazione post-lauream.
Riferimento sito ENPAP http://www.enpap.it/?page_id=548
Newsletter CostruirePrevidenza-ER N.19 - Online il nuovo sito ENPAP tutto da esplorare
Lo trovi al solito indirizzo: http://www.enpap.it/
Chiaro e pulito nella grafica rispecchia il nuovo corso del nostro Ente di previdenza, un Ente che vogliamo sempre più vicino agli iscritti per informare e sostenere gli Psicologi lungo tutta la loro carriera professionale, un Ente che ascolta, un Ente di persone insomma.
Visita il nuovo sito, ora più piacevole e facile da navigare, ti segnaliamo in particolare nuovi servizi e opportunità accessibili dall’area riservata:
- Convenzioni bancarie per ottenere online in 15/20 giorni mutui ipotecari per l’acquisto, la ristrutturazione, la costruzione di unità immobiliari o la sostituzione di mutui in essere.
- Conto corrente online senza spese, con tessera bancomat gratuita, domiciliazione o pagamento utenze, dossier titoli e trading online con commissioni ridotte.
- Sconti per librerie, viaggi, alberghi, vacanze e tempo libero, servizi telefonici, corsi di formazione.
Potrai infine scaricare gratuitamente il software ge.co per la compilazione delle fatture, eseguibile in ambiente Windows e MacOS e con la possibilità di personalizzare con il tuo regime fiscale (semplificato/ordinaria, nuove iniziative, minimi o prestazione occasionale). Il software è molto semplice da utilizzare e riporta pre-caricate 148 tipologie di prestazioni oltre ad un comodo archivio per tenere in memoria tutte le fatture emesse.
*Per accedere all´area riservata e usufruire delle numerose funzionalità, sono necessari due dati:
la propria matricola di iscrizione all´Enpap
la password individuale
Se non hai conservato questi dati li puoi recuperare facilmente sugli estratti conto annuali cartacei inviati fino al 2008 ( la password si trova nella prima pagina, in alto a sinistra) oppure seguendo le istruzioni sul sito (home page, riquadro grigio in alto a sinistra < come accedere).
Riorganizzato e rinforzato nelle sue componenti anche il servizio relazioni con il pubblico URP con il servizio di numero verde completamente GRATUITO attivo dalle 9 alle 18.
Gentile Collega
ti ricordiamo che, se hai optato per la rateizzazione, entro il 29 luglio prossimo occorre completare il pagamento della prima quota relativa ai contributi previdenziali ENPAP 2010.
Come già comunicato nella nostra newsletter N. 13 il termine di pagamento della prima quota era fissato al 1° marzo 2011 con la possibilità di dilazionarlo nei 150 giorni successivi.
L’attuale regolamento permette dunque di versare a rate decidendo l’importo di ogni rata senza dovere comunicare nulla all’ENPAP, l’unico vincolo riguarda l’obbligo di terminare il pagamento della prima quota entro e non oltre il 29 luglio 2011
Istruzioni dettagliate sul sito ENPAP http://www.enpap.it/documenti/istruzioni%203.pdf
Con il vecchio regolamento avremmo versato la prima rata (acconto 2010) a novembre 2010 quindi ad anno fiscale non ancora terminato.
Questo spostamento, a regime, si rivela vantaggioso in quanto ci permette di effettuare il pagamento a parcelle già incassate. Qualora poi il reddito conseguito nel 2010 sia inferiore a quello dell’anno 2009 è ora possibile versare solo l’importo sul reddito realmente conseguito nell’anno 2010 (metodo previsionale).
Ti ricordiamo che l’intera quota dovuta per i redditi 2010 sarà trasferita sul tuo montante previdenziale ad inizio 2011, indipendentemente da quando decidi di versarla e comincerà a rivalutarsi insieme al resto del tuo capitale previdenziale a partire da gennaio 2011.
In sostanza guadagnerai un anno di interessi.
Per non perdere questo vantaggio e non incorrere nelle sanzioni non dimenticare questa scadenza.
Per il secondo anno consecutivo l’ENPAP chiude il Bilancio in attivo e rivaluta il capitale amministrato attraverso i soli strumenti finanziari, un risultato mai registrato prima nella vita dell’Ente!
Fin dal primo anno della sua costituzione per rivalutare i montanti previdenziali era stato quasi sempre necessario utilizzare quote più o meno consistenti di quanto da noi versato attraverso il 2% del Contributo integrativo, penalizzando in questo modo le attività assistenziali.
Unica eccezione il 2006 che aveva registrato un rendimento patrimoniale complessivo del 4,32 superiore di 0,77 rispetto al rendimento target di rivalutazione fissato dal Ministero a 3,54.
Ebbene i buoni risultati finanziari realizzati quest’anno hanno consentito di raddoppiare il target di rendimento fissato per legge e pari al 1,79% realizzando un buon 3,30%, quindi 7,4 milioni di euro di maggior rendimento.
L’extra rendimento incamerato quest’anno unitamente all’avanzo del contributo integrativo consente di chiudere il 2010 con un patrimonio accantonato di 9,4 milioni di euro che aggiunto a quanto realizzato nel 2009 porta il patrimonio complessivo dell’Ente a 24 milioni.
In due anni si è invertita la tendenza negativa del 2008: da 25 milioni di perdite a 24 milioni di patrimonio netto.
Il patrimonio accantonato per le nostre future prestazioni previdenziali che ammonta a 552 milioni al 31 dicembre 2010 era investito per il 61% in obbligazioni, per il 28% in liquidità in attesa di perfezionare investimenti immobiliari già deliberati, per il 7% in fondi azionari, per 2% in pronti contro termine, per l’1% in fondi obbligazionari e per l’1% in polizze a capitalizzazione.
Gli investimenti immobiliari previsti contemplano l’acquisto diretto, nel corso del 2011, di un prestigioso immobile sito in via Del Tritone a Roma già a rendita in quanto affittato ad un importante gruppo bancario oltre che l’adesione a fondi di investimento immobiliare con prospettive di rendimento adatte alle esigenze di un Ente previdenziale.
L’Ente l’anno scorso ha erogato 7,7 milioni in prestazioni assistenziali secondo quanto previsto dai vigenti Regolamenti e nel corso del 2010 si è deliberato di raddoppiare dal 30% al 60% l’avanzo del contributo integrativo destinato al Fondo di assistenza.
Gli iscritti attivi sono giunti ormai a 35.837 ma con versamenti soggettivi mediamente così bassi da non consentire pensioni decenti al raggiungimento dei 65 anni di età, condizione comune a tutti i lavoratori pubblici e privati che rientrano nel sistema contributivo ma ancora più grave per la nostra categoria visto che il 70% degli iscritti ENPAP versa meno di 2000 euro l’anno, il 44% meno di 780 euro.
Il sistema pensionistico contributivo in vigore da alcuni anni in Italia prevede infatti che più si versa oggi, maggiore sarà la pensione, meno si versa e meno si avrà.
L’equilibrio tra il sistema pensionistico e il welfare è argomento di attuale dibattito politico, tuttavia è consigliabile che ciascuno fin da ora scelga la propria linea di accumulazione previdenziale per garantirsi una rendita futura a misura delle sue esigenze e possibilità.
Vi segnaliamo che il Bilancio consuntivo 2010 sarà a breve pubblicato in forma integrale sul sito ENPAP.
Manuela Colombari e Anna Sozzi
Negli ultimi anni in quasi tutti i paesi dell’Unione Europea è aumentato considerevolmente il numero dei lavoratori e lavoratrici che in forma autonoma o come dipendenti sono inseriti nel mondo delle professioni. Il lavoro professionale rappresenta una delle parti più dinamiche del lavoro indipendente e di quello dipendente, sia nelle forme più tradizionali che in quelle di recente sviluppo.
Queste considerazioni e molte altre emergono dal rapporto di ricerca di IRES CGIL “Professionisti: a quali condizioni?” presentata a Roma il 27 aprile scorso.
I dati sono stati raccolti per mezzo di un questionario on line liberamente accessibile in rete nel periodo compreso tra l’inizio di ottobre 2010 e la fine di gennaio 2011, al questionario hanno risposto 3771 professionisti, 2640 autonomi, 898 dipendenti e 233 praticanti.
La ricerca pur non statisticamente significativa rivolge un primo sguardo al mondo delle professioni finora ampiamente trascurato in Italia sia dal punto di vista dell’analisi ma soprattutto degli interventi economici e sociali.
Secondo il Censis il totale degli iscritti ad Ordini e Collegi, nell’anno 2009, è pari a 2.006.015, delle 6.500.000 Partite IVA attive più di un milione sono riconducibili alle professioni regolamentate.
La fotografia offerta dall’indagine sui professionisti costringe a rivedere, almeno in parte, i canoni classici su cui si sono basati gli approcci politici e sociali sino ad oggi e che hanno guardato ai professionisti usando una equazione un po’ superficiale ma diffusa: “tutto ciò che è professione e lavoro autonomo reale se la deve cavare da solo e recuperare dalla propria attività tutte le risorse per affermarsi e proteggersi socialmente. Al contrario se non ci si trova di fronte a questa capacità auto protettiva non si è in presenza di un professionista vero od un vero lavoratore autonomo e quindi quel lavoratore deve essere considerato dipendente.”
Tre i gruppi individuati tra i professionisti autonomi. Un primo nucleo che possiamo definire l’Area a “Rischio di Precarietà” che si attesta attorno al 20% ed evidenzia in modo strutturale le caratteristiche di abuso non solo per via dell’imposizione all’apertura della partita Iva, ma anche perché ricorrono spesso modalità di svolgimento della prestazione tipica del lavoro subordinato, ulteriormente confermate se messe in relazione alla percezione di sé. Il 13,7% si sente, infatti, un lavoratore dipendente non regolarizzato.
Un secondo gruppo di circa due terzi del totale definibile, e autodefinito, come i “liberi professionisti con Scarse Tutele” (68,5%). Pur rilevando una reale autonomia nello svolgimento della prestazione, costoro affrontano la propria attività professionale accettando le condizioni di mercato in cui operano ma con pochi strumenti di governo, protezione sociale e, soprattutto, con poche capacità di contrattazione con i propri committenti. Questi sono i professionisti che soffrono di più l’erosione della sicurezza sociale e della mancanza di strumenti legislativi, professionali o contrattuali aggiornati ed in grado di riequilibrare la perdita del potere contrattuale nei rapporti instaurati con i propri committenti.
Il terzo insieme emerso dall’indagine è identificabile nei “liberi professionisti Affermati” (17,8%) che pur potendo vantare modalità di svolgimento della professione e di soddisfazione economica migliori del resto dei professionisti, soffre la necessità di accedere più facilmente a diritti di cittadinanza e, in particolare, ad un maggior riconoscimento professionale.
Avere compensi equi ma, soprattutto tutele sociali in caso di malattia, infortunio, maternità, disoccupazione, assieme all’accesso al credito, alla regolazione dei tempi di pagamento, alla formazione sono le principali preoccupazioni dei professionisti autonomi e dei praticanti.
Le richieste di tutela vengono rivolte ad un ventaglio ampio di soggetti dal legislatore (22%), all’azione congiunta di sindacato e associazioni (15%), alle associazioni (13,5%), agli ordini (29%), alla contrattazione collettiva (8%).
Questo, assieme al contenuto delle richieste, ci rimanda una forte domanda d’aiuto e di rappresentanza rimasta finora inespressa o che ha preso forme non considerate ancora efficaci ed in grado di dare risposte concrete.
Anzi, la maggior parte delle aspettative di tutela riguardano compiti che sono, nel nostro Paese, prerogativa dell’azione negoziale del sindacato ma non è ad esso che si rivolgerebbero in via prioritaria i professionisti, senza però individuare una valida alternativa.
Gli appartenenti alle professioni regolamentate sono tendenzialmente critici nei confronti dei rispettivi Ordini professionali tuttavia gli appartenenti alle professioni non regolamentate individuano tra gli strumenti più indicati per tutelare i loro interessi e diritti: 1) un Ordine professionale (29%); 2) una nuova norma di legge (22%); 3) l’azione congiunta che coinvolga associazioni professionali, sindacati e associazioni dei consumatori (15%); 4) un’associazione professionale (13,5%); 5) un’organizzazione sindacale per il tramite della contrattazione collettiva (8%).
Alla domanda “vorrebbe che la sua Associazione diventasse un Ordine professionale?” ha risposto si il 59,1%.
Agli intervistati si chiedeva infine di indicare le politiche più utili per soddisfare – sul terreno del welfare professionale e delle politiche fiscali ed economiche per la crescita professionale – i loro bisogni.
La risposta più ricorrente è stata “avere tutele certe in caso di malattia e infortunio”, l’agevolazione con sostegni pubblici alla formazione e all’aggiornamento professionale (voucher, PSE) e l’incentivazione a passare a contratto di lavoro stabile per chi svolge di fatto un lavoro dipendente.
La ricerca conclude individuando i temi che dovrebbero essere oggetto di azione contrattuale dei sindacati tra cui troviamo l’aggiornamento delle declaratorie professionali, il livello dei compensi, le protezioni sociali (previdenza, malattia, infortunio, gravidanza), sostegno al reddito in caso di perdita del lavoro (ammortizzatori sociali), la definizione di percorsi formativi in relazione alla carriera, le modalità lavorative e di gestione del tempo di lavoro, la lotta agli abusi nei riguardi in particolare dei giovani praticanti, o nell’uso improprio dell’autonomia giuridica.
Importanti spunti di riflessione questi, anche per le rappresentanze istituzionali degli Psicologi Ordine, Cassa di Previdenza, sindacato AUPI che sorprendentemente oggi più di ieri si rivelano adatte per rispondere a queste tipologie di istanze se sapranno lavorare insieme.
Manuela Colombari
Anna Sozzi
Blog Costruire Previdenza del 8 maggio 2011