Si tratta di una Marcia organizzata per unire idealmente i territori emiliani vittime del sisma 2012 a quelli abruzzesi colpiti nel 2009 con l'obiettivo di stimolare un dibattito sulla prevenzione antisismica e raccogliere firme per una petizione popolare che preveda la deducibilità delle spese sostenute per la sicurezza.
L'evento, nasce dalla “Lunga Marcia per L’Aquila”, una camminata solidale che dal 30 Giugno al 5 Luglio 2012 ha condotto più di 50 persone da Roma a L’Aquila. La Marcia ha voluto sollecitare la ricostruzione del capoluogo abruzzese, prima che “insieme ai muri si sgretolino anche i rapporti umani, le relazioni, le passeggiate per il corso, tutto ciò che è una città…”."...Poi mentre stavamo organizzando la manifestazione c’è stato il terremoto dell’Emilia e questo autunno le alluvioni. Sarà una Lunga Marcia, stavolta non solo per L’Aquila ma per tutta l’Italia."
Secondo i dati del Ministero della Salute russo, 51 persone sono state ricoverate e più di mille sono state ferite o contuse dalla caduta il 15 febbraio scorso del meteorite di 10 tonnellate negli Urali, 1500 km da Mosca. Il sito web dell'amministrazione comunale di Chelyabinsk, la capitale della regione, ha annunciato l'apertura di un Centro per fornire aiuto psicologico agli abitanti locali. Tra i feriti almeno 150 bambini.fonte La voce della Russia
Il centro del capoluogo abruzzese è una città fantasma, la gente vive in agglomerati anonimi e asettici, le relazioni sociali sono andate in pezzi. Il trauma collettivo continua. Un reportage di Mente&Cervello segnala la sempre maggiore diffusione delle patologie psichiche.
HANNO perso familiari e amici. Non hanno più la loro casa e il cuore della loro città è ancora in rovina. Non trovano luoghi nei quali incontrarsi e le relazioni sociali sono completamente disgregate. Vivono in agglomerati anonimi e asettici, nei quali è impossibile recuperare la propria identità. A pochi giorni dal quarto anniversario del sisma, che il 6 aprile 2009 devastò L'Aquila e molti comuni vicini, i cittadini del capoluogo abruzzese continuano a vivere un tempo "dissestato, sconnesso, una vita fuori sincrono in cui tutto è diviso tra prima e dopo il sisma, senza possibilità di progettualità". continua..
Il volume è disponibile sul sito Edizioni Ets e nelle principali librerie on line
La locandina del convegno "Protezione Civile e responsabilità nella società del rischio"Cosa significa per la scienza prevedere un evento calamitoso? Quali sono gli strumenti di cui dispone il sistema di protezione civile per prevenire i rischi? Come si giudica la colpa? Chi garantisce il diritto all'informazione? Esiste una responsabilità del cittadino? Sono queste alcune delle domande alle quali cerca di dare risposta il volume “Protezione civile e responsabilità nella società del rischio. Chi valuta, chi decide, chi giudica”, che raccoglie gli atti della giornata di studio che si è tenuta il 4 ottobre 2011 alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, organizzata dal Dipartimento della Protezione Civile in collaborazione con la Fondazione Cima, Centro di Competenza che supporta il Dipartimento nel campo giuridico della responsabilità di protezione civile, oltre che nelle attività di formazione e ricerca nel campo della riduzione del rischio idrogeologico e incendi boschivi. continua..
“Solo insieme ce la possiamo fare. Siete la ragione di orgoglio di questo Paese”, così il presidente della Regione Vasco Errani ha ringraziato i 3.500 volontari e rappresentanti della protezione civile intervenuti al “Paladozza” di Bologna alla manifestazione “Una giornata per dire grazie”. L’incontro, voluto dalla Regione, è stato organizzato per rendere pubblico il ringraziamento delle istituzioni a tutti coloro che si sono impegnati e messi all’opera fin da subito dopo il terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna. Nel corso della giornata sono state ripercorse le tappe più importanti dell’intervento: dai primi soccorsi il 20 maggio, all’allestimento e gestione dei campi di assistenza, alle misure avviate per la ricostruzione e la ripresa nelle province colpite.