di Anna Sozzi
Il Centro studi dell’Associazione degli Enti Previdenziali Privati, nato a febbraio 2011 per condurre attività di ricerca in ambito previdenziale, ha prodotto il primo rapporto sulla Previdenza privata italiana che fotografa la situazione delle 20 casse dei liberi professionisti italiani alla fine del 2010: 2 milioni di iscritti (di cui ENPAP rappresenta l’1,86%), un patrimonio complessivo stimato in 43 milioni di euro suddivisi per il 76 % in componente mobiliare e 23% immobiliare (gli Enti 103 detengono mediamente una componente immobiliare inferiore pari al 5,9%), una crescita media degli iscritti dell’1,8 % annuo (crescita ENPAP pari a 9,20%).
“Lo studio segna l’inizio di un percorso di approfondimento, segna la volontà di trasparenza verso gli iscritti e la società intera sui contenuti del nostro agire e sulla tenuta del nostro impianto sociale. Siamo un pezzo della spina dorsale della società, siamo solidi e solvibili e tecnicamente non possiamo fallire, come dimostrano i frequenti controlli attuariali richiesti dai Ministeri vigilanti. Se questi criteri fossero stati applicati in Italia negli ultimi 30 anni non saremmo in queste condizioni. ” ha affermato Andrea Camporese presidente AdEPP.
Il rapporto fotografa una realtà della libera professione diversa dai luoghi comuni e dagli slogan che dipingono i liberi professionisti come dei privilegiati: il mondo dei professionisti non gode di alcun ammortizzatore sociale, si assume in proprio tutti i rischi e subisce pesantemente gli effetti della crisi. La liberalizzazione è necessaria non certo per eliminare privilegi ma per rimuovere gli ostacoli allo sviluppo delle professioni. L’attuale Presidente del Consiglio Mario Monti, che fu ospite d’onore nel marzo scorso al convegno AdEPP ha recentemente dichiarato che non esiste evidenza scientifica che dimostri l’aumento del PIL, in virtù dell’abolizione degli Ordini.
“Ora urge aprire l’interlocuzione col nuovo governo per una riflessione sistematica del sistema previdenziale privato, che abbandoni la strada della stratificazione di svariati decreti non omogenei tra loro e di difficile interpretazione. Responsabilità, autonomia, controlli si devono intrecciare attribuendo compiti chiari anche nella zona grigia della nostra finalità pubblica che è spesso oggetto di polemiche” propone ancora Camporese che chiede al Governo un confronto al più presto e propone alcune problematiche urgenti come l’ingiustificato aumento della tassazione degli utili dal 12,5 al 20% comparso nell’ultima finanziaria, oltre che una rassicurazione sulle intenzioni dell’esecutivo rispetto al tema degli Ordini professionali e delle casse di Previdenza.
Blog Costruire Previdenza 3 dicembre 2011