Il naufragio della Costa Concordia
La notte del 13 gennaio 2012, oltre quattromila persone in pericolo di vita, sono state salvate e accolte da una piccola comunità che avrebbe potuto pensare, forse, di dover affrontare diverse emergenze, tranne quella di trovare a poche centinaia di metri dal proprio porto una nave lunga quasi trecento metri, semi-affondata e inclinata sul fondale. I soccorsi, sebbene immediatamente attivati, sono arrivati dopo parecchi minuti, se non ore, dalla penisola: Isola del Giglio ha dimostrato di essere una comunità resiliente, capace di rispondere prontamente all’emergenza e dare il necessario aiuto a donne e uomini, bambini e anziani smarriti e increduli dell’accaduto.
I gigliesi hanno dimostrato di essere un esempio virtuoso di una matura protezione civile: è anche pensando a loro che mi piace credere che in Italia il Servizio nazionale della protezione civile possa contare su sessanta milioni di persone. Sessanta milioni di persone che, concorrendo anche individualmente, ognuna in base alle competenze che gli sono riconosciute, lavorano fianco a fianco, sotto un unico coordinamento.
Ecco cosa si è potuto apprezzare ancora una volta nella gestione di questa
emergenza: il ruolo imprescindibile di una struttura di coordinamento, quale è il Dipartimento della Protezione civile incardinato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Oltre trent’anni fa, in due emergenze tanto distanti tra loro per vastità, persone e territori coinvolti, quanto emotivamente vicine – il terremoto dell’Irpinia e la morte di Alfredino Rampi – l’Italia assistette a una gestione caotica dei soccorsi e comprese quanto fosse fondamentale dotarsi di una struttura sovra ministeriale di coordinamento. Al Giglio, in un fazzoletto di terra quale è il porto dell’isola, questo ruolo di coordinamento è stato determinante: centinaia di soccorritori appartenenti alle diverse articolazioni specialistiche del sistema nazionale della protezione civile, ognuno con preparazioni e tecniche di intervento differenti da quelle dagli altri, si sono confrontati e integrati nelle operazioni di ricerca avendo come unico obiettivo quello di soccorrere le persone ancora in vita a bordo della Costa Concordia e ritrovare i dispersi.
È proprio questa capacità di essere Sistema – sotto il coordinamento che, ai vari livelli, è rimesso al Sindaco, al Prefetto, al Presidente della Regione e al Dipartimento nazionale della Protezione Civile – l’aspetto di forza della nostra Protezione Civile che la comunità internazionale ha potuto apprezzare anche nella gestione di questa emergenza.
Franco Gabrielli
capo del Dipartimento della Protezione civile
Tratto dalla prefazione al libro:
Il naufragio della Costa Concordia. Sintesi di aspetti di gestione dell'emergenza scarica
Autore: a cura di David Fabi (Dipartimento della Protezione Civile)
Editore: Dipartimento della Protezione Civile
Lingua: italiano, inglese
Pagine: 52
Anno di pubblicazione: 2012