Da una ricerca commissionata dal CNOP tra ottobre 2012 e maggio 2013 risulta che su 2000 siti analizzati solo 270 offrivano effettivamente prestazioni psicologiche online, tra questi 130 erano gestiti da professionisti autonomi, i rimanenti da network e associazioni. La proposta di prestazioni psicologiche online appare come un fenomeno in costante trasformazione e assume le forme più svariate: e-mail, chat, telefono, audio conferenza e videoconferenza, what's up. Nella metà dei casi è risultato che le prestazione venivano offerte gratuitamente. Ben 47 tra coloro che si proponevano non risultavano iscritti all'Albo degli Psicologi.
Il Consiglio nazionale dell'Ordine nell'attesa di elaborare nuove linee guida ricorda agli iscritti che i principi etici e le norme del Codice Deontologico debbono essere esplicitati attraverso documenti presenti sul sito o sulla piattaforma del professionista che eroga la prestazione, che il professionista in questione deve essere chiaramente identificabile e che deve adottare sistemi che permettano l'identificazione del cliente, l'acquisizione dell'autorizzazione al trattamento dei dati e il consenso informato, la tutela della privacy. Chi eroga prestazioni a distanza inoltre è tenuto a comunicare al proprio Ordine regionale di appartenenza l'indirizzo web, la tipologia di strumentazione software e la tipologia di media utilizzati.Per il comunicato integrale del CNOP clicca qui