Autonomia
Di fronte alle sfide tecnologiche ed economiche che toccano quotidianamente i liberi professionisti e ai nuovi fabbisogni di welfare di questo importante settore economico, occorre riconoscere un ruolo nuovo, polifunzionale e sussidiario alle Casse private. E’ indifferibile una inequivocabile e più precisa conferma legislativa delle funzioni e dell’autonomia responsabile delle Casse private e privatizzate, rappresentate dall’Adepp.
Per questo la gestione previdenziale, amministrativa e finanziaria non deve più essere invasa da norme applicate alla Pubblica Amministrazione che, in quanto pensate per realtà profondamente diverse, possono rivelarsi nel medio periodo un limite all’efficienza gestionale degli Enti. La vigilanza, articolata e profonda, di soggetti istituzionali dello Stato resta garanzia delle finalità perseguite. Azione pienamente privatistica e vigilanza pubblica rappresentano l’unico connubio possibile per il bene comune.
Tassazione
La previdenza privata italiana resta di gran lunga la più tassata d’Europa. La tassazione al 20 per cento delle rendite finanziarie si somma ad una serie di ulteriori imposizioni fino alla tassazione, secondo gli scaglioni irpef, delle rendite erogate. Il pagamento di centinaia di milioni di euro ogni anno allo Stato, in presenza di Enti senza scopo di lucro, pone i professionisti italiani in una evidente e ingiusta condizione di sfavore rispetto ai loro colleghi europei. In soli tre anni il peso degli oneri tributari, propri e impropri, è raddoppiato, sottraendo risorse alla previdenza e ai servizi ai professionisti, deprimendo un patrimonio che rappresenta la garanzia della solidità degli Enti e del patto tra generazioni. Serve un riallineamento ai parametri comunitari innescando un circuito virtuoso tra sostegno alla professione, maggior reddito e maggiori entrate, a favore degli iscritti e dello stesso Stato.
Legislazione
Va definito il profilo previdenziale delle società tra professionisti previste dalla norma. E’ impensabile che attraverso una struttura giuridica sia possibile eludere l’obbligo previdenziale o indirizzarlo verso sistemi del tutto estranei alla natura professionale dell’attività svolta all’interno delle società tra professionisti. Il mancato pagamento, poi, di una quota del contributo integrativo, previsto per legge, da parte delle Pubbliche Amministrazioni è ingiusto e fortemente penalizzante per le future pensioni dei professionisti interessati. L'ingiustificabile estensione delle norme applicate alla Pubblica Amministrazione anche alle Casse di previdenza privatizzate sposta l'attenzione dalle prestazioni agli adempimenti formali e sottrae importanti risorse ai professionisti, danneggiando ulteriormente questi ultimi in termini di maggiori prestazioni e migliori servizi. L'inserimento del sistema delle Casse privatizzate nel perimetro della Pubblica Amministrazione va eliminato, non trova corrispondenze europee, riduce sensibilmente l’efficacia e l’efficienza dell’attività istituzionale. Azione pienamente privatistica e vigilanza pubblica, voluti dal legislatore riformatore, rappresentano l’unico connubio possibile per il bene comune.
Previdenza
Previdenza e lavoro sono vasi comunicanti che, per essere efficienti, devono essere tenuti insieme ed assistiti. Senza lavoro non c’è previdenza. La perdita di reddito reale, la crisi che sta attraversando il mondo dei professionisti è al centro delle nostre preoccupazioni e lo sarà anche nei mesi futuri. Le Casse, in questo contesto economico, non devono essere solo contabili che gestiscono i contributi degli iscritti. Possono, invece, mettere in campo investimenti indirizzati allo sviluppo del lavoro e alla crescita del Paese, garantendo gli interessi dei propri iscritti e al contempo invertendo la rotta che oggi rischia di portare alla deriva il patrimonio culturale e professionale dei lavoratori autonomi italiani. La spinta riformatrice affrontata dalle Casse per raggiungere la sostenibilità richiesta a 50 anni si è rivelata una scelta giusta, oggi, con i conti a posto, si deve affrontare il problema dell’adeguatezza delle prestazioni. Uno studio integrato che tenga conto dell’andamento dei cicli economici, delle aspettative di vita, dell’intero ciclo lavorativo, delle future prestazioni deve essere l’impegno dell’Adepp e di chi governa il Paese. D'altronde lo stesso Libro Bianco dell'Unione Europa sulle pensioni invita i singoli Paesi a collocare la previdenza in un approccio globale che interessa tutte le dimensioni del welfare a partite dal mercato del lavoro.
Lavoro
Se il lavoro dipendente è fortemente esposto ai mutamenti tecnologici ed economici della globalizzazione, ancora più forte e immediato è l'impatto sul lavoro autonomo. L’assenza totale di politiche e misure di sostegno a favore dei professionisti rende necessaria una politica attiva a favore della crescita dell’occupazione e dello sviluppo del lavoro. Il fatto che la Commissione Europea abbia riconosciuto questo settore dell'economia come motore di sviluppo e quindi destinatario di finanziamenti per l’innovazione e la crescita, può trovare declinazioni italiane di grande respiro. La previdenza si alimenta innanzi tutto di lavoro e redditi, non solo di corretta gestione.
Welfare allargato
Le Casse, mantenendo separata previdenza da assistenza, possono svolgere un importante ruolo sussidiario nell’accompagnamento dell’intera vita lavorativa del professionista fino a giungere all’erogazione del trattamento pensionistico. La garanzia di tutele sanitarie che valorizzino un’adeguata assistenza integrativa categoriale, di servizi a favore dello sviluppo professionale, di accesso al credito agevolato, di politiche a favore dei giovani, rappresentano un concreto impegno per l’Adepp, anche alla luce delle difficoltà economiche di sistema.