Tra la falsa psicologa e la paziente prediletta si era creato un rapporto così stretto, «di cui l’innamoramento era solo una delle possibili forme di manifestazione», che la prima, nell’arco di alcuni anni, avrebbe ottenuto doni e regali per oltre 40.000 euro.«L’imputata - scrivono i giudici nella sentenza d’appello - si era sostituita alla figura materna, contrapponendosi alla stessa e impersonando il ruolo di madre buona». continua..