Sanità, si cambia. L’intesa di ieri tra le Regioni sui cosiddetti costi standard spiana la strada al nuovo Patto per la salute, con 14mila posti letto in meno negli ospedali e un ruolo più attivo dei medici di famiglia, i quali in pratica dovrebbero garantire anche il Pronto soccorso, con una reperibilità 24 ore su 24, come previsto da oltre un anno dal decreto Balduzzi. Dopo molti rinvii, sta per scattare l'ora delle rivoluzione della medicina generale: niente più medico single nel suo studio professionale, ma due forme organizzative: mono (solo medici di famiglia o solo specialisti o solo pediatri) o pluriprofessionali (medici di famiglia, specialisti e pediatri che lavorano insieme). Per i medici viene istituito il ruolo unico nell'ambito del distretto, capace di garantire una copertura assistenziale giornaliera per 7 giorni su 7 e di favorire una continuità assistenziale effettiva.
Il ruolo unico prevede requisiti e accesso uguale per tutti all'assistenza primaria e alla guardia medica attraverso una graduatoria unica per titoli stilata ogni anno a livello regionale. «L'atto d'indirizzo della convenzione è pronto, ma ora serve un'assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti. Il sistema sanitario regionale ha le sue, così come le ha il governo centrale», dice Claudio Montaldo, assessore alla Sanità della Liguria e presidente del Comitato settore Regioni-Sanità. Manca il via libera dei governatori ma l’intesa sui costi standard spiana la strada agli accordi successivi. Sui costi standard il compromesso raggiunto ieri dalle Regioni nel corso di una Conferenza straordinaria fa festeggiare il Nord e si presenta tutto in salita per le regioni del Mezzogiorno, al solito più efficaci nello scongiurare danni immediati (il 2013 è di fatto salvo) che nello scrivere regole utili a garantire servizi efficienti e di qualità ai cittadini.
da www.mondoprofessionisti.it del 7 novembre 2013