La contrazione dei redditi dei professionisti ha ripercussioni sul fronte pensionistico, soprattutto per i più giovani. Nel recente passato, per garantire la sostenibilità dei bilanci a lungo termine come richiesto dalla legge, la maggior parte delle Casse di previdenza è passata, seppur con modalità diverse, dal sistema retributivo a quello contributivo o aggiornato alcuni parametri se quest'ultimo era già in vigore. Questo significa che, in via generale, per garantirsi un assegno pensionistico adeguato è necessario versare contributi con costanza e in misura superiore al passato. Non è, quindi, un caso se le aliquote inferiori al 10% previste per il contributo soggettivo siano un ricordo. Il 10% oggi può essere considerato il valore minimo, ma in più di un caso si versa il 12 o 14% del reddito professionale netto, con la prospettiva di salire ulteriormente nei prossimi anni. continua..