L’Ente di previdenza e assistenza Psicologi vanta un credito verso lo Stato di 6.568.799,74, a tanto ammonta la quota dovuta dallo Stato per le indennità di maternità (art.49, I comma, della L. 28/12/1999 n. 488 poi trasfusa nell’art 78 del D. Lgs. 151/2001) nonché per le maggiorazioni di pensione. Una parte di questa cifra 691.000 euro risale addirittura al 2005. Ciò significa in concreto che gli assegni di maternità negli ultimi anni sono stati versati alle iscritte per intero dall’Ente di previdenza, compresa la quota che spettava allo Stato, con i conseguenti mancati introiti per gli interessi. Chissà quando ENPAP riuscirà ad incassare il dovuto, tuttavia nel frattempo deve versare l'ennesima gabella oltre alla consueta tassazione degli utili (uguale a quella versata dalle società speculative): nel 2012 la cosidetta “spending review” costringe tutti “gli Enti ed organismi pubblici dotati di autonomia finanziaria”
a ridurre la spesa per consumi intermedi nella misura del 5%. Ottima misura se non fosse che ENPAP non grava sulle casse dello Stato e in virtù di tale norma viene obbligato a versare quanto risparmiato... nelle casse dello Stato. E nel 2013 si raddoppia!